Gli ESRS - European Sustainability Reporting Standards - sono il sistema, introdotto dalla CSRD, attraverso cui la nuova direttiva sul reporting di sostenibilità guida il modo in cui le aziende rendono conto della propria impronta ambientale, sociale ed economica. Non sono solo tecnicismi per esperti, anche se la zuppa di acronimi e sigle che ruotano attorno ai temi della sostenibilità li fa apparire tali.
In realtà, parlano di argomenti che interessano tutti come il cambiamento climatico, la parità di trattamento o la gestione dei rischi d’impresa. Vediamoli insieme uno ad uno provando a tradurli in pratica.
Ad oggi, gli ESRS sono dodici in tutto, così ripartiti: due di carattere generale, cinque relativi agli aspetti ambientali (E), quattro riguardano la sfera sociale (S), uno sulla governance (G).
Partiamo dai due standard generali, ESRS 1 e ESRS 2. A cosa servono?
Nell’ESRS 1 troviamo Il quadro di riferimento per il reporting di sostenibilità. Questo standard definisce le linee guida che le aziende sono tenute a seguire per applicare correttamente gli ESRS. Qui si spiega come devono essere strutturati e comunicati i dati sulla sostenibilità affinché siano comprensibili e verificabili.
Nell’ ESRS 2 invece troviamo le informazioni essenziali da comunicare secondo specifici requisiti tecnici. Lo standard indica i temi principali e le informazioni obbligatorie che vanno condivise per permettere a tutti gli stakeholder – clienti, dipendenti, cittadini, investitori, fornitori – di capire il contesto in cui s’inserisce l’attività di un’impresa e il suo impegno nel raggiungere obiettivi ESG.
Mentre ESRS 1 e 2 sono standard trasversali che chiariscono, anche tecnicamente, le nozioni, i concetti e i requisiti fondamentali cui le organizzazioni devono fare riferimento per produrre dichiarazioni di sostenibilità chiare e utili, gli altri standard che vedremo di seguito sono tematici ovvero riguardano specifici argomenti Ambientali, Sociali e di Governance.
Una premessa: si tratta di materie molto articolate e analitiche che qui si prova a semplificare (molto) con il solo scopo di renderle più vicine al mondo in cui viviamo e che lasceremo alle generazioni future.
In relazione all’ambiente, i cinque standard, numerati da E1 a E5, riguardano:
- Il cambiamento climatico ovvero come le organizzazioni affrontano le conseguenze del riscaldamento globale, preparandosi ai suoi effetti, riducendo le emissioni, ottimizzando l’uso delle risorse energetiche (ESRS E1);
- L’inquinamento per quanto attiene la gestione degli impatti delle attività aziendali su aria, acqua, suolo (ESRS E2);
- Le risorse idriche per verificare come evitare di sprecare acqua, proteggere mari e fiumi (ESRS E3);
- La biodiversità e i fattori che possono incidere sugli ecosistemi (ESRS E4);
- L’economia circolare per tenere sotto controllo l’uso intelligente dei materiali e dell’energia, riducendo i rifiuti e promuovendo il riciclo (ESRS E5).
Quanto agli aspetti sociali, gli ESRS sono denominati S1, S2, S3, S4 e considerano:
- I lavoratori dipendenti per rendere conto di condizioni di lavoro dignitose, pari opportunità e sicurezza (ESRS S1);
- I lavoratori nella filiera per assicurarsi che anche chi è coinvolto indirettamente nel proprio processo, a monte e a valle, sia protetto dalle normative vigenti sul lavoro (ESRS S2);
- Le comunità locali in relazione ai i benefici o ai rischi creati sul territorio dalle attività dell’impresa (ESRS S3);
- I consumatori per guardare alla qualità e sicurezza dei beni e servizi offerti (ESRS S4).
Lo standard ESRS G1 - Governance, Risk Management, and Internal Control – descrive come le aziende si gestiscono in modo trasparente ed etico, prevenendo la corruzione e prendendo decisioni responsabili.
Perché sono importanti per te?
Gli ESRS non sono solo norme per aziende e professionisti. Sono strumenti per migliorare il sistema economico nel suo complesso. Conoscere questi standard aiuta a capire la complessità che si nasconde dietro l'acronimo ESG e a fare scelte più consapevoli come consumatori, investitori o cittadini, pensando all'eredità che vogliamo lasciare alle prossime generazioni.