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Sara Masiero

I Templari e il potere della narrazione: lezioni di marketing dal Medioevo.

16-04-2025 13:29

Sara Masiero

Cultura, Gestione crisi, Storia, Reputazione,

I Templari e il potere della narrazione: lezioni di marketing dal Medioevo.

La parabola dei Templari mostra quanto identità e reputazione possano determinare l’ascesa e la caduta di un’organizzazione.

Su https://engelsbergideas.com/ si fanno sempre scoperte interessanti.

Come l’articolo di Nicholas Morton che mette in relazione il mito dei Templari con la strategia di marketing. I Cavalieri Templari sono tra le organizzazioni più affascinanti e discusse della storia medievale. Nati come ordine religioso-militare per proteggere i pellegrini in Terra Santa, i Templari hanno saputo costruire una rete internazionale, un’identità forte e una narrazione capace di mobilitare risorse e consensi in tutta Europa. Tuttavia, la loro parabola si è conclusa bruscamente, vittime di una crisi di reputazione e potere orchestrata da Filippo IV di Francia.

 

La loro storia offre uno spazio, diverso da quello aziendale, per riflettere su come costruzione dell’identità e gestione della reputazione possano influire sul destino di un’organizzazione.

 

La forza della narrazione templare

Fin dalle origini, i Templari hanno compreso l’importanza di una narrazione condivisa. La loro missione – difendere la cristianità e i pellegrini – veniva promossa coinvolgendo non solo i membri dell’ordine ma anche le famiglie nobili, i ceti mercantili, la Chiesa e le comunità. Grazie al sostegno di figure carismatiche come Bernardo di Chiaravalle, i Templari sono riusciti a trasformare la loro causa in un movimento pan-europeo, capace di attrarre donazioni, terre e nuovi adepti. Molto interessante fu la gestione delle donazioni fondiarie ricevute in Europa occidentale: tenute, dimore e chiese.

Queste proprietà regionali venivano consolidate in insiemi organizzati, chiamati commende, ciascuna delle quali aveva un piccolo quartier generale per l’area di riferimento ed era amministrata direttamente dal personale dell’Ordine.

 

In sostanza, una rete di veri e propri avamposti che fungevano da centri di raccolta fondi, gestione delle proprietà e relazioni pubbliche. Le chiese, in particolare, venivano decorate con affreschi raffiguranti i membri dell’Ordine in battaglia o in preghiera ed erano arricchite con oggetti evocativi di Gerusalemme e dei luoghi sacri della Terra Santa. In alcuni casi, la loro architettura era ispirata volutamente alla struttura della Rotonda del Santo Sepolcro, trasformando così quei luoghi in strumenti che oggi definiremo di comunicazione immersiva, in grado trasmettere un’appartenenza e un impegno spirituale-militare anche a chi non aveva mai messo piede in Terra Santa.

 

Comunicazione e gestione delle crisi

Un aspetto particolarmente moderno della strategia templare era la capacità di tenere costantemente aggiornati i propri sostenitori. Dopo ogni battaglia o evento rilevante, l’ordine inviava messaggeri e lettere in Europa per informare i benefattori, mantenendo alta l’attenzione e il coinvolgimento.

A volte, questi resoconti venivano consegnati in modo estremamente teatrale. Come nel 1177, quando l’ordine gemello dei Templari, i Cavalieri Ospitalieri, inviò un cavaliere ferito per diffondere la notizia della vittoria dopo la battaglia di Montgisard.

Anche le sconfitte venivano trasformate in occasioni per rafforzare la solidarietà e raccogliere nuove risorse: la perdita di Gerusalemme nel 1187, per esempio, fu seguita da una mobilitazione senza precedenti di donazioni e supporto. Tuttavia, questa strategia aveva un limite: la narrazione doveva essere credibile e sostenuta dai fatti. Troppe sconfitte o scandali rischiavano di compromettere l’affidabilità e l’immagine dell’ordine, rendendolo vulnerabile agli attacchi esterni.

 

Danno reputazionale e fine dei Templari

La fine dei Templari è un esempio emblematico di come anche una solida reputazione possa essere attaccata e demolita. Filippo IV di Francia - detto Il Bello - gravato dai debiti di guerra, desiderando appropriarsi delle ricchezze dell’Ordine, orchestrò un'intensa campagna di delegittimazione: accusò i Templari di eresia, spingendo al massimo l'idea che "non c’è fumo senza fuoco". Nel 1307, con un’azione coordinata, fece arrestare i Templari in tutta la Francia.

 

Nonostante il grande sostegno popolare, i cavalieri non riuscirono a difendersi dall’attacco di un potere centrale determinato e spietato. Nel 1312, l’ordine fu ufficialmente sciolto dal Papa, ponendo fine a una delle più straordinarie avventure organizzative del Medioevo.

 

Conclusione

La storia dei Templari è affascinante, connotata da aspetti suggestivi e controversi allo stesso tempo. Prenderla a prestito per confermare l’importanza, per qualsiasi organizzazione, d’investire nella costruzione di un’identità distintiva e nella gestione della propria reputazione, può sembrare un esercizio un po’ spericolato. Lo riconosco...

 

V’invito quindi a leggere l’essay di Morton per la ricchezza dell’approfondimento:

https://engelsbergideas.com/essays/the-knights-templars-and-the-pursuit-of-christendom/.

 

Per chi si occupa di identità, cultura aziendale e sostenibilità, la parabola dei Templari offre spunti preziosi: la forza della narrazione è un asset strategico che va sempre mantenuto con fermezza, capacità di leggere i segnali del cambiamento e di proteggere la propria integrità anche nei momenti di crisi.

 

𝐿𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑙𝑦𝑛 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑜𝑡𝑜 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑣𝑖𝑙𝑙𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑜𝑚𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜 𝑎 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑙𝑜𝑚𝑒𝑡𝑟𝑖 𝑑𝑎 𝐸𝑑𝑖𝑚𝑏𝑢𝑟𝑔𝑜. 𝑁𝑜𝑡𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑛 𝑀𝑎𝑡𝑡𝑒𝑜, 𝑒̀ 𝑓𝑎𝑚𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑐𝑜𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑚𝑖𝑠𝑡𝑒𝑟𝑖𝑜𝑠𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖 𝐶𝑎𝑣𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑇𝑒𝑚𝑝𝑙𝑎𝑟𝑖 𝑒 𝑙𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑛𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆𝑎𝑐𝑟𝑜 𝐺𝑟𝑎𝑎𝑙. .

 

 

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