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Sara Masiero

Cosa ci insegna il caso BlackBerry sulla cultura aziendale

12-06-2025 10:03

Sara Masiero

Cultura aziendale, Valori, Leadership,

Cosa ci insegna il caso BlackBerry sulla cultura aziendale

Una lente per osservare come il fallimento di un’impresa non sia (quasi) mai solo una questione tecnologica o di mercato. Quanto conta la cultura d’impresa.

Avete visto il film BlackBerry di Matt Johnson?  Guardandolo, non ho potuto fare a meno di riflettere su quanto questa vicenda abbia molto da insegnare sulla capacità di durare nel tempo di un’impresa.

Negli anni 2000, BlackBerry era il simbolo stesso della modernità. Un device smart, efficiente: metteva nelle mani dei professionisti di tutto il mondo il potere di comunicare e lavorare in mobilità come mai prima d’ora. Era difficile immaginare qualcosa di più evoluto. Eppure, quello che sembrava un successo senza freni è precipitato in meno di un decennio.

 

Ispirato al libro Losing the Signal: The Untold Story Behind the Extraordinary Rise and Spectacular Fall of BlackBerry, di Jacquie McNish e Sean Silcoff, il film parla di Douglas Fregin e Mike Lazaridis, creatori del BlackBerry e fondatori della canadese RIM – Research in Motion – l’azienda che ha lanciato il famoso marchio di smartphone.

Decisivo, nel percorso di crescita, l’entrata in scena dell’investitore Jim Balsillie.

 

Non si tratta solo della storia dell’ascesa e della caduta di un’icona tecnologica. È una lezione potente su come il fallimento di un’impresa non sia mai solo una questione di tecnologia o di mercato: c’entra anche la cultura aziendale. La parabola di BlackBerry – da pioniere del “mobile working” a simbolo di un’occasione persa – fa vedere come l’arroganza, la mancanza di visione e una cultura organizzativa fragile possano spegnere anche l’innovazione più brillante. Cosa possiamo vedere in controluce attraverso le vicende raccontate in questa pellicola?

Quattro spunti di riflessione che condivido con voi.

1. L’illusione dell’invincibilità tecnologica
All’inizio degli anni 2000, BlackBerry era il re incontrastato del mondo business. La sua tastiera fisica e il sistema di messaggistica istantanea erano sinonimi di efficienza e controllo, uno status symbol per manager e professionisti. Ma il successo ha un lato oscuro: l’illusione di essere invincibili. “Siamo i migliori, quindi lo resteremo” è una frase che risuona in molte aziende leader, ma in un settore come la tecnologia, dove il cambiamento è l’unica costante, questa miopia strategica è letale. BlackBerry ha sottovalutato la velocità con cui il mercato si evolveva, convinta che il suo primato fosse inattaccabile. La lezione? Nessun prodotto, per quanto innovativo, garantisce la leadership senza una visione che guardi oltre l’orizzonte immediato.

 

2. Una cultura prodotto-centrica e autoreferenziale
Il film mostra un gruppo di ingegneri brillanti ma disfunzionali, ossessionati dalla tecnologia e poco attenti al valore reale per l’utente. La cultura aziendale di BlackBerry era prodotto-centrica: il focus era sul perfezionamento del dispositivo, non sull’esperienza del cliente. Senza una cultura organizzativa condivisa, capace di accogliere il dissenso e stimolare il dialogo, l’azienda si è chiusa in una bolla autoreferenziale. Un prodotto super non basta se manca una visione che faccia da collante, metta il cliente al centro e favorisca l’apertura al cambiamento.

3. La leadership come ostacolo, non come leva
Nel film, la figura dell’amministratore delegato è emblematica: un leader autoritario, poco disposto ad accogliere il confronto, orientato al controllo più che alla guida. Quando Steve Jobs presenta l’iPhone nel 2007, BlackBerry non coglie il segnale. L’introduzione di un dispositivo rivoluzionario, che univa tecnologia e design pensando all’utente, avrebbe dovuto spingere l’azienda a riconsiderare la propria strategia. Invece, la leadership di BlackBerry è rimasta ancorata alle proprie certezze, incapace di adattarsi. Per chi guida un’organizzazione, non capire i segnali del mercato è il primo passo verso il declino. Una leadership efficace non impone, ma ascolta.

 

4. La cultura organizzativa è la chiave dell’innovazione
Ogni impresa non può dirsi immune da questi rischi. La tentazione di costruire l’azienda intorno al prodotto, trascurando la cultura organizzativa, è sempre presente. Ma l’innovazione non vive solo di tecnologia: richiede una visione partecipata, un dialogo interno aperto e una leadership capace di ascoltare. Senza questi elementi, anche le aziende più solide possono incepparsi, inseguendo direzioni sbagliate o restando ferme mentre il mondo cambia.  


La storia di BlackBerry fa capire che l’innovazione non è solo una questione di prodotto, ma di persone, processi e visione. Per esempio, nel B2B, dove i cicli di vendita sono complessi e le relazioni contano tanto quanto la tecnologia, costruire una cultura aziendale solida è fondamentale. Dovremmo farci più spesso domande come “la nostra organizzazione è pronta ad ascoltare?” A cambiare? A mettere il cliente al centro?

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